Il consulente tecnico ambientale, professione in divenire
Il Consulente Tecnico Ambientale è un professionista che lavora al servizio di imprese e pubbliche amministrazioni per risolvere le questioni di natura tecnica, giuridica e amministrativa legate alla disciplina ambientale. Sfruttando le sue competenze, il cliente ha l’opportunità di apprendere e approfondire termini e regole previsti dalla normativa vigente. È anche grazie alla conoscenza delle leggi in vigore che enti e imprese possono pianificare o approntare strategie che consolidano politiche aziendali determinanti per il futuro. Tra le principali responsabilità dei consulenti tecnici ambientali, rientrano le capacità di analisi dei rischi ambientali, l’interlocuzione con gli organismi di vigilanza locali, competenza diagnostica e individuazione di eventuali criticità. Fondamentale sapersi confrontare con le diverse problematiche autonomamente, adottando un approccio pratico che aiuti l’interazione con gli altri, anche mediante canali di comunicazione il più possibile diretti e immediati.
Consulente tecnico ambientale: un approccio multidisciplinare.
Il consulente tecnico ambientale è una figura chiave, dotata di capacità analitico/sintetiche che facilitano l’esemplificazione di problematiche che abbracciano più discipline, nonché la trasmissione di informazioni acquisite nelle indagini sul campo e in laboratorio. È grazie a un attento lavoro di consulenza che i professionisti del settore aiutano i propri clienti ad affrontare temi cruciali. Concretamente e quotidianamente, su più fronti: dalla gestione dei rifiuti alla documentazione valida per ottenere le necessarie autorizzazioni ambientali. Un aiuto fondamentale per le aziende che ambiscono a cogliere nuove opportunità – comprese sovvenzioni e fonti di finanziamento previsti nel piano Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una chance ulteriore in previsione di un avvenire caratterizzato da iniziative che guardano alla sostenibilità come priorità di sviluppo. Anche in considerazione delle politiche promosse in linea con gli obiettivi che le Nazioni Unite hanno inserito come priorità nell’Agenda 2030, dedicata alla promozione dello Sviluppo Sostenibile.
Verso una produzione sostenibile
Conoscenza e collaborazione aiutano qualsiasi azienda a confrontarsi con le nuove sfide a tematica ambientale che attendono il mercato. Il percorso intrapreso verso la sostenibilità ambientale impone agli addetti ai lavori una nuova visione e nuove conoscenze. La consulenza ambientale non è quindi un mezzo per diffondere un’eventuale rivoluzione green, o promuovere una svolta ideologica. Ciò che un consulente tecnico ambientale fa, è aiutare l’impresa a conformarsi, migliorare le prestazioni ambientali, ottenere le necessarie certificazioni. Come ISO 14001 e UNI PdR 60:2019, sinonimo di gestione sostenibile e non solo. Infatti, le certificazioni sono la dimostrazione che sussiste all’interno di un’azienda la volontà di impegnarsi a favore dell’ambiente. Si tratta – se vogliamo – di un biglietto da visita da presentare alla clientela, all’utenza e ai propri partner. Quindi, un modo alternativo per promuovere una nuova immagine che esprima una nuova consapevolezza rispetto alla necessità di ottimizzare la linea produttiva.
Strategia Aziendale e normative ambientali
Una gestione più consapevole delle risorse a disposizione è determinante per la riduzione delle emissioni, fonti di inquinamento tra le più pericolose, anche per le ripercussioni sulla tutela del territorio e della salute pubblica. Tra i vari strumenti a disposizione del mondo imprenditoriale, audit e valutazione del rischio ambientale – risk assessment – aiutano – e non poco – a individuare sia le criticità, sia le opportunità di miglioramento. Ancora una volta, un’attività di consulenza si rivela cruciale per evitare sanzioni, abbattere costi, massimizzare risparmio grazie a mezzi che incentivano l’efficientamento energetico. Il focus principale verte principalmente su due ambiti quali
- efficienza energetica e consumo di materie prime;
- gestione dei rifiuti, sia in previsione dei vari adempimenti burocratici, sia per ridurne l’impatto dei costi,
In merito all’ultimo punto, saper gestire la documentazione dei rifiuti perché sia conforme alla normativa è una, ma non l’unica, mansione di un consulente.
Il consulente tecnico ambientale e le prospettive future
L’attività di consulenza è sempre più diversificata, tenendo conto della molteplicità di scenari, delle problematiche che emergono e delle norme che cambiano. Ecco perché vanno definendosi nuove figure, come l’esperto in gestione energetica che opera in riferimento alla norma ISO 50001, o il Waste manager. Tra i compiti dei tecnici addetti alla gestione dei rifiuti rientrano l’analisi, il monitoraggio, l’ottimizzazione dei costi. Per diventare un tecnico esperto, il consulente ambientale deve sostenere un esame presso la camera di commercio. La formazione è – come facilmente prevedibile – un requisito essenziale per poter svolgere le diverse attività previste. Tra le quali rientra anche l’attività di verifica: in quei casi, il waste manager valuta l’effettiva correttezza di procedure già esistenti. In caso riscontri difetti o sviste, deve provvedere integrando un piano che aiuti il cliente a ovviare ad eventuali difformità.
Auditor sì, ma anche manager.
Per svolgere il ruolo di auditor, il consulente tecnico ambientale deve aver conseguito una qualifica specifica che risponda ai requisiti richiesti da una norma internazionale, nota come UNI EN ISO 14001. Naturalmente, l’attività di consulenza prevede la predisposizione della domanda dell’Autorizzazione Integrata Ambientale – acronimo AIA e la redazione della documentazione tecnica richiesta. Oppure la redazione e l’inoltro delle istanze di iscrizione, rinnovo e modifica anche dell’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) nel rispetto dell’art. 23 della legge 35/2012. Tra le professioni nuove, invece, spicca il Circular Economy Manager. Specializzato in politiche per l’economia circolare, i cui principi – ispirati all’ottica del ricondizionamento e del riciclo che dona nuova vita ai prodotti – contrastano con il classico modello economico lineare dove il ciclo di vita dei prodotti è ben più limitato.