La Legionella rappresenta un rischio significativo per le strutture dotate di impianti idrici complessi. Si tratta di un batterio potenzialmente pericoloso per la salute umana, in grado di proliferare all’interno degli impianti idrici e diffondersi attraverso aerosol, come quelli generati da docce, vasche idromassaggio, fontane e piscine.
Per prevenire il rischio di contaminazione e tutelare la salute degli utenti, è fondamentale effettuare un’attenta valutazione del rischio e, quando necessario, eseguire un’analisi Legionella mirata, attraverso specifici controlli microbiologici dell’acqua.
I riferimenti normativi principali sono le Linee Guida Nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi (2015) e il D.Lgs. 81/2008 in materia di sicurezza sul lavoro.
Offriamo servizi professionali di analisi Legionella e redazione di piani di autocontrollo per la prevenzione, supportando aziende, hotel, ospedali, scuole e centri sportivi nella gestione efficace del rischio biologico.
L’obbligo di effettuare le analisi per la Legionella ricade sui titolari di strutture pubbliche e private in cui siano presenti impianti idrici complessi, come previsto dalle Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi emanate dal Ministero della Salute (versione aggiornata al 7 maggio 2015) e dal D.Lgs. 81/2008 in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tra le strutture coinvolte vi sono ospedali, case di cura, alberghi, strutture ricettive, centri sportivi, piscine, stabilimenti termali, scuole, RSA, campeggi e condomìni con impianti centralizzati.
Il gestore o datore di lavoro è tenuto a effettuare una valutazione del rischio legionella, predisporre un documento di valutazione del rischio (DVR), e se necessario, avviare un piano di monitoraggio microbiologico periodico dell’acqua.
La mancata effettuazione di tali controlli può determinare gravi rischi per la salute, soprattutto nei confronti dei soggetti più vulnerabili, come anziani, neonati, fumatori, persone immunocompromesse, affette da patologie croniche respiratorie o cardiovascolari.
In questi individui, l’esposizione può provocare forme gravi di legionellosi, come la malattia del legionario, un’infezione polmonare potenzialmente letale.
La responsabilità civile e penale in caso di mancato adempimento può ricadere sul gestore dell’impianto, specialmente in presenza di focolai epidemici evitabili con una corretta prevenzione.
L’analisi della Legionella viene eseguita su campioni d’acqua prelevati da punti critici degli impianti idrici, come serbatoi, boiler, docce, rubinetti, impianti di climatizzazione e circuiti di ricircolo. Il prelievo deve essere effettuato seguendo rigorose procedure igienico-sanitarie, utilizzando contenitori sterili, con l’aggiunta di tiosolfato di sodio per neutralizzare eventuali residui di cloro.
I campioni vengono poi trasportati in laboratorio a temperatura controllata e analizzati entro 24 ore. Il metodo analitico di riferimento è la coltura su terreno selettivo (ISO 11731:2017), che consente l’isolamento e il conteggio delle colonie vive di Legionella spp., con particolare attenzione alla Legionella pneumophila, responsabile della maggior parte delle infezioni nell’uomo. Questo metodo richiede l’incubazione dei campioni per 7-10 giorni in condizioni specifiche di temperatura (35-37°C) e umidità, seguita da identificazione biochimica e, se necessario, conferma mediante tecniche molecolari (PCR).
I risultati sono espressi in UFC/L (unità formanti colonia per litro). Valori superiori alle soglie stabilite dalle linee guida (generalmente 100 o 1000 UFC/L, a seconda del contesto) impongono l’adozione immediata di misure correttive, come la disinfezione termica o chimica dell’impianto, la bonifica dei punti contaminati e il riesame del piano di valutazione del rischio.
L’analisi della Legionella deve essere effettuata con periodicità regolare in base alla valutazione del rischio specifica per ogni struttura, come indicato nelle Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi del Ministero della Salute (2015).
Non esiste una frequenza fissa uguale per tutti: essa varia in funzione della tipologia dell’impianto, dell’utenza, della complessità delle reti idriche e della presenza di fattori di rischio.
Tuttavia per strutture sanitarie e socio-sanitarie (ospedali, RSA, cliniche), i controlli dovrebbero essere effettuati almeno ogni 3 o 6 mesi, mentre per strutture turistico-ricettive e altri edifici aperti al pubblico (alberghi, palestre, scuole, piscine, centri termali) si raccomanda un controllo annuale, salvo condizioni che impongano una frequenza maggiore.
Le analisi vanno sempre eseguite prima della riapertura stagionale di edifici soggetti a chiusure prolungate (come hotel stagionali o impianti sportivi) e ogni volta che si verificano modifiche strutturali agli impianti idrici, sospetti di contaminazione, o casi accertati o sospetti di legionellosi.
È fondamentale ripetere le analisi dopo interventi di bonifica, per verificarne l’efficacia. La frequenza dei controlli deve essere definita nel piano di autocontrollo della struttura, redatto sulla base della valutazione del rischio.
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