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La norma UNI EN ISO 689 contro il rischio chimico

La norma UNI EN 689 2019 è stata introdotta nel maggio 2019 per delineare una strategia in tema di esposizione dei lavoratori agli agenti chimici aerodispersi. Pubblicata in italiano il 15 settembre 2020, questa norma definisce i criteri di valutazione del rischio e l’adozione di tutte le misure preventive per tutelare la salute dei lavoratori. Rispetto alla versione antecedente, risalente al 1997, sono state introdotte diverse modifiche data la complessità della materia. Non è facile stimare il grado di esposizione del lavoratore agli agenti chimici e cancerogeni. Il valutatore dovrà quindi mostrare competenze specifiche, perché in gioco, inevitabilmente, ci sono il benessere e la salute degli addetti ai lavori e anche di tutta la comunità nella quale operano.

LA VALUTAZIONE

Durante la fase preliminare, è fondamentale condurre un’analisi basata sulla comparazione che tenga conto dei dati rilevati da misurazioni precedenti, nonché di “risultati derivanti da installazioni o processi di lavoro simili”. La misurazione degli agenti chimici aerodispersi è solo la prima parte della strategia di analisi e campionamento. La nuova norma Uni En 689 si sofferma sui gruppi di lavoratori con lo stesso grado di esposizione, definiti con la sigla SEG. Perché un lavoratore rientri in un SEG vanno valutati diversi aspetti quali

  • Similarità e frequenza dei compiti eseguiti.
  • L’utilizzo dei materiali e i processi in cui opera
  • L’esecuzione dei compiti assegnati,

Questo approccio semplifica la valutazione e riduce i costi associati alle misurazioni. Grazie all’individuazione dei SEG, si riduce il numero di misure effettuate all’interno di gruppi di lavoratori con esposizioni simili. Ovviamente, questi procedimenti vanno ripetuti annualmente, secondo tempistiche precise e criteri rigidi che richiamano alla competenza del valutatore, nonché a precise responsabilità del datore di lavoro perché ogni parametro valutato sia in linea con eventuali cambiamenti o risultati della sorveglianza medica. Sinergia e metodo rigoroso permettono di giungere a una valutazione affidabile e il rispetto dei limiti di esposizione professionale.

LE RESPONSABILITà DEL DATORE DI LAVORO

La valutazione dell’esposizione per inalazione agli agenti chimici è stata sottoposta a una normativa sempre più stringente. Ovviamente, il datore di lavoro è ritenuto responsabile del rispetto di tutti i principi e di tutte le regole che devono garantire sicurezza e salute dei propri dipendenti. Un ambiente di lavoro sicuro e protetto va disciplinato e in tal senso si indirizza l’articolo 28 del D.LGs 81/08 che si allinea alla norma UNI EN 689 secondo diversi principi, come ad esempio

  • L’individuazione di agenti chimici pericolosi in uno stabilimento, postazione o reparto
  • La valutazione dei rischi che i lavoratori corrono a causa della presenza di sostanze nocive
  • L’intervento puntuale e/o tempestivo per contrastare le proprietà pericolose di ogni agente chimico, promuovere ed eventualmente diffondere le informazioni su salute e sicurezza, stabilire la durata dell’esposizione, adottare le misure preventive a scopo precauzionale.

Sussiste un grado diverso del rischio e di conseguenza si procede a una diversa valutazione nei casi in cui il lavoratore sia esposto alla combinazione di più agenti chimici dannosi, che non andranno quindi considerati singolarmente. Il responsabile dell’immissione sul mercato di agenti chimici pericolosi è tenuto a comunicare al datore di lavoro ulteriori informazioni necessarie perché la valutazione del rischio sia esaustiva.

GLI OELV E I LIMITI DI ESPOSIZIONE

Una volta chiariti i principi e le responsabilità di ciascuno, è importante tornare a distinguere gli agenti chimici in base ai valori limiti di esposizione occupazionale, definiti con l’acronimo OELVS. E’ la concentrazione dell’agente chimico nell’aria a fare la differenza, in quanto specifici per ogni sostanza inalata. E’ importante distinguere il tempo di esposizione, perché la norma UNI EN 689 non è applicabile a OELVS con periodi di riferimento nel breve termine – identificato in un lasso temporale inferiore ai quindici minuti.  La valutazione del rischio su una concentrazione media tiene conto degli effetti dell’agente chimico in una giornata tipo di otto ore. Per poter definire i parametri di sicurezza e i limiti, gli esperti raccolgono dati attraverso studi di laboratorio, test su animali ed eventualmente anche sugli esseri umani. In seguito, procedono alla misurazione dei livelli di esposizione reale dei lavoratori. Dopo l’analisi dei dati relativi all’effettiva concentrazione degli agenti chimici aerodispersi, è possibile stabilire se sussistono rischi per la salute e una stima delle conseguenze. L’eventuale pericolosità rischia di sfociare in effetti acuti, come irritazione cutanea e/o oculare, nausea, vomito. O, in casi peggiori, determinare conseguenze deleterie e rischiose per la vita stessa, con l’insorgenza di patologie cancerogene. La definizione degli OELVS prende in considerazione che tutti gli individui sono diversi e reagiscono a seconda di una loro sensibilità. Lavorare per la sicurezza equivale a stabilire quali valori tutelino la maggior parte dei lavoratori e della popolazione, prevenendo l’insorgenza del rischio. In Europa esistono organizzazioni come l’EU – OSHA che coinvolgono esperti, datori di lavoro, sindacati e altre parti interessate per sviluppare o rivedere i parametri che servono alla norma UNI EN 689 per proteggere i lavoratori dai rischi che incidono sulla vita lavorativa, sociale e familiare di ogni membro della comunità.

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