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Amianto ieri e oggi: prevenzione, bonifica, rischi per la salute

Dal 1992 ad oggi

L’amianto, noto anche come asbesto, è un materiale fibroso utilizzato in passato per vari scopi: dalla coibentazione degli edifici alla insonorizzazione degli ambienti. Nel nostro paese, grazie a una legge approvata nel 1992, la bonifica dell’amianto interviene in quelle occasioni in cui sussiste un serio rischio per la salute pubblica. Tuttavia, a dispetto della convinzione di molti, la sola presenza dell’amianto non basta a giustificarne la rimozione. Perché si proceda in tal senso, occorre che la superficie in amianto presente in un edificio subisca danni – anche lievi. Questo spiega perché, ancora oggi, l’amianto sia ancora diffuso sul territorio nazionale e presente in case, palestre, uffici. Quando non è facilmente riconoscibile – grazie alle classiche coperture per tettoie e capannoni – è consigliabile un sopralluogo tecnico per verificarne la presenza e procedere a una valutazione del rischio.

Una più accurata definizione

Spesso si menziona l’amianto in relazione ai rischi per il nostro benessere e la nostra incolumità. Si tende a sorvolare su un aspetto fondamentale: esistono più tipologie di amianto. Sebbene la forma più diffusa in commercio sia il crisotilo, minerale fibroso grigio-biancastro, esistono altri minerali fibrosi identificabili come amianto. Crocidolite, actinolite, tremolite, antofillite: nomi sconosciuti, e talvolta impronunciabili. Ad ogni modo tutte le fibre di asbesto somigliano a piccoli aghi che possono raggiungere i polmoni. Le fibre più appuntite possono trafiggere i globuli bianchi che difendono l’organismo e possono accomodarsi nel nostro corpo. Si tratta – purtroppo – di una permanenza anche a lungo termine: la crocidolite può sopravvivere silente per più di dieci anni. Causa di patologie che hanno colpito tanti lavoratori, per anni esposti direttamente alla polvere d’amianto, così come le mogli che l’inalavano lavando i loro abiti da lavoro.

L’amianto, tra passato e presente

Già prima del 1992, diverse leggi imponevano restrizioni in termini di utilizzo dell’amianto. Con l’approvazione della legge 257, il nostro paese ha vietato definitivamente l’estrazione, produzione e commercializzazione dell’asbesto. Consapevolezza del rischio e campagne di sensibilizzazione presso le opinioni pubbliche oggi riguardano tante nazioni. Esistono però diversi paesi, anche decisamente estesi e popolati – come Russia, Brasile, Cina, India – dove il ricorso all’amianto è ancora legale. Alcuni fattori – ieri, oggi – lo rendevano e lo rendono particolarmente conveniente, come

  • Grande reperibilità e disponibilità
  • Notevoli proprietà tecniche, essendo materiale sia ignifugo che isolante.
  • L’utilizzo esteso a più ambiti, dall’edilizia ai trasporti.
  • Pericolosità solo in caso di rottura o alterazione della superficie.

Siccome la pericolosità dell’amianto dipende dalla mancata integrità del materiale, la sola presenza non basta a giustificarne necessariamente una rimozione forzata.amianto

Amianto friabile e amianto compatto

Per azzerare i rischi e prevenire l’insorgenza di malattie pericolose, la bonifica resta l’unica soluzione per garantire la protezione di inquilini e lavoratori. La bonifica dell’amianto equivale a una lunga sequenza di procedure per mettere in sicurezza siti contaminati. Come facilmente intuibile, è un’operazione molto delicata perché è fondamentale sia evitare dispersioni, sia tutelare gli stessi professionisti che si occupano della bonifica. Ecco perché bisogna affidarsi a personale altamente esperto e specializzato, in grado di manipolare e stoccare tutti gli elementi che contengono asbesto. Inoltre, la normativa introduce una differenza tra amianto friabile e amianto compatto, in quanto

  • l’amianto friabile è l’asbesto sbriciolato o polverizzato. Benché vietato alcuni prodotti come soffitti, piastrelle, intonaci, pannelli per pareti sono ancora presenti nelle case e sugli scaffali.
  • nella sua combinazione con il cemento, l’uso più comune dell’amianto compatto riguarda la costruzione di impalcature e fondamenta delle abitazioni.

Bonifica (e non solo)

 Considerando la normativa un riferimento per le operazioni di bonifica, bisogna tener conto che la bonifica tradizionale è più costosa rispetto ad altre opzioni. Non solo per rimuovere – con le precauzioni già note – ma anche conferire in discarica l’asbesto presente. Ad ogni modo, resta la procedura consigliata per porre in sicurezza un edificio. In merito alle alternative, bisogna tener presente che si tratta di misure provvisorie. Oppure di soluzioni sensibili a eventi o calamità particolari che, seppur rare, possono vanificare il lavoro. Più nel dettaglio, è noto che tra le opzioni possibili

  • l’incapsulamento consiste nell’utilizzo di un liquido che copre le superfici di amianto, impedendo il rilascio delle fibre dannose per la salute. Con il passare del tempo il liquido aggrappante perde efficacia e torna il rischio di inalazioni pericolose
  • il confinamento, più costoso rispetto all’incapsulamento, causa l’installazione di una barriera di tenuta. Più resistente, tuttavia non indistruttibile, specie in concomitanza di calamità come terremoti

La salute prima di tutto

Quella dell’amianto, malgrado i notevoli passi in avanti, resta ancora una tematica scottante. La diffusione del materiale sul territorio e l’elevata capacità cancerogena determinano ancora vittime tra la popolazione. Come segnalato dall’ONA – Osservatorio nazionale amianto – che raccogliendo dati testimonia come ancora nel nostro paese siano presenti quaranta milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. La messa al bando è stata solo il primo passo: incentivi per la bonifica, conoscenza del rischio, mappatura della presenza di asbesto sul territorio costituiscono oggi gli strumenti più efficaci per limitare danni e prevenire rischi. Azioni di rinforzo e supporto che Asl e autorità competenti possono portare avanti per garantire a tutti i cittadini la massima protezione possibile.

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