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Rifiuti industriali. Gli inevitabili obblighi e le nuove opportunità

I rifiuti industriali sono il prodotto di attività economiche e in quanto tali, regolati dalla Parte Quarta del Testo Unico Ambientale D.lgs 152/2006. Pur rientrando nell’ambito dei rifiuti speciali, costituiscono una sottocategoria che impone logiche e modalità specifiche per la gestione.  Secondo i rapporti che ISPRA ha diffuso di recente, si tratta di centinaia di milioni di tonnellate l’anno. Le aziende manifatturiere e le imprese che operano in ambito edilizio producono scarti in gradi quantità – basti pensare agli imballaggi e agli oli esausti.  Tali cifre confermano la necessità di approntare una strategia. Da una parte, necessaria all’adempimento di tutti gli obblighi normativi, dall’altra all’introduzione di nuove leggi o all’integrazione di nuovi impianti. Nell’ambito del trattamento di rifiuti speciali, pericolosi o no, è importante valutare strumenti che possano incrementare la capacità di stoccaggio e la semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti di incenerimento. A tutto vantaggio di una produzione sostenibile.

I rifiuti industriali: le conseguenze di una cattiva gestione

Una precaria gestione dei rifiuti industriali comporta inevitabilmente rischi anche per l’impresa. Esistono varie criticità in merito alla classificazione, trasporto, stoccaggio e smaltimento degli scarti in ambito produttivo. Innanzitutto, una cattiva gestione può arrecare danni alla salute dei lavoratori, esposti a sversamenti di sostanze contaminanti quando il loro trattamento non risponde a un’adeguata politica di sicurezza. Infortuni o malattie professionali sono conseguenze inevitabili che, oltre a minare la salute del personale, hanno pesanti riflessi in ambito economico. L’assenza del lavoratore provoca costi aggiuntivi e, in qualche caso, anche un rallentamento della produttività. Quindi  l’incapacità di gestire i rifiuti potrebbe arrecare danni all’immagine dell’azienda. Soprattutto quando il mancato adempimento sfocia in danni per l’ambiente e la salute pubblica, possibile prodomo a cause in sede civile. In questi casi sussiste il rischio di incorrere in richieste di rimborsi che minano la reputazione dell’azienda presso fornitori, clienti, investitori. Un pericolo nel pericolo.

Criticità e obblighi

Il trattamento dei rifiuti industriali richiede competenze specifiche, specie nella classificazione che determina il grado di pericolosità dei rifiuti ritenuti tossici e nocivi. Pur sembrando intercambiabili, il concetto di tossicità è una declinazione del concetto di pericolosità. Quest’ultima è il risultato di più fattori, come la presenza di elementi cancerogeni, sostanze corrosive, liquidi infiammabili, agenti esplosivi. Dunque, la tossicità rappresenta solo una delle conseguenze cui un’azienda può andare incontro. Per evitare un decorso irreversibile e rischioso, le aziende devono

  • Assegnare il codice di pericolo HP al prodotto quando necessario
  • Procedere con analisi e campionamenti
  • Ottemperare agli obblighi legali, attraverso la gestione del deposito ordinario, compilazione del registro carico/scarico, verifica della tracciabilità, inoltro del MUD qualora sussista l’obbligo

Per ricavare il corretto codice CER, ci si avvale di uno strumento noto come Elenco europeo dei rifiuti. Il codice CER è utile per definire il grado di pericolosità dei rifiuti industriali.

Analisi dei rifiuti industriali come mitigazione del rischio

Una corretta gestione dei rifiuti industriali prevede diverse misure e diversi strumenti, tra cui la redazione di una scheda illustrativa che ne indichi innanzitutto l’origine. Una sorta di patentino, esaustivo il più possibile, fondamentale per una più completa caratterizzazione del rifiuto. Diversi gli step necessari per arrivare allo scopo, come la descrizione delle materie prime e delle sostanze con le quali i rifiuti possono entrare in contatto. Altro elemento importante è la verifica di idoneità dell’impianto per il trattamento finale. Come facilmente intuibile, le analisi del rifiuto concorrono alla definizione più accurata possibile del relativo grado di pericolosità. Tuttavia, ogni variazione in merito a ciclo produttivo, impiego di materie prime o composizione dei rifiuti implica analisi successive perché si possa procedere a una classificazione il più possibile accurata. Il trattamento oculato dei rifiuti industriali comporta quella mitigazione del rischio conforme alle norme e alle regole del buon senso.

Nuove regole, nuove tecnologie, e nuove opportunità.

Nuove regole e nuove norme dimostrano che il trattamento dei rifiuti industriali non può prescindere da conoscenza e competenza. Essendo un ambito in continua evoluzione e con tante implicazioni di carattere legale, sociale, economico la formazione di personale esperto non è rimandabile. All’interno di aziende e industrie, professionisti formati e specializzati possono aiutare a ridurre i rischi legati che una cattiva gestione può comportare. Allo stesso tempo, occorre un cambio di prospettiva in termini di infrastrutture e di visione. Automatizzazione e meccanizzazione più sofisticata degli impianti facilitano non solo il recupero, ma incoraggiano l’immissione dei rifiuti nel ciclo produttivo. Grazie alla tecnologia, che comporta ulteriori passi in avanti in materia di logistica e tracciabilità, la lavorazione dei rifiuti più puntuale può comportare una nuova visione dove il rifiuto rilavorato diventa una materia prima in sostituzione di quelle risorse naturali non più rinnovabili.

 

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