La valutazione del rischio chimico rappresenta una delle attività fondamentali in qualsiasi ambiente lavorativo in cui siano presenti sostanze pericolose. Comprendere come si valuta il rischio chimico sul luogo di lavoro è essenziale per garantire la sicurezza dei lavoratori, rispettare le normative e adottare misure preventive efficaci. Vediamo nel dettaglio quali sono le fasi, i metodi, le normative di riferimento e gli strumenti da utilizzare per una valutazione corretta e conforme.
Cos’è il rischio chimico e perché è importante valutarlo
Il rischio chimico si verifica quando i lavoratori sono esposti a sostanze o preparati chimici che possono provocare danni alla salute, sia acuti che cronici. Queste sostanze possono essere presenti in forma di:
Gas
Vapori
Fumi
Polveri
Liquidi
Valutare il rischio chimico è indispensabile per:
Prevenire infortuni e malattie professionali
Conformarsi alle normative in vigore (es. D.Lgs. 81/08)
Pianificare correttamente le misure di protezione
Promuovere una cultura della sicurezza in azienda
Ignorare il rischio chimico espone l’azienda a sanzioni legali e i lavoratori a gravi conseguenze sanitarie.
Quali sono le normative che regolano la valutazione del rischio chimico
Per capire come si valuta il rischio chimico sul luogo di lavoro, è fondamentale conoscere il quadro normativo di riferimento.
Le principali norme sono:
D.Lgs. 81/2008 – Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (Titolo IX, Capo I)
Regolamento REACH (CE n. 1907/2006) – Registrazione e autorizzazione delle sostanze chimiche
Regolamento CLP (CE n. 1272/2008) – Classificazione, etichettatura e imballaggio
Direttiva 98/24/CE – Protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici
Secondo il D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro ha l’obbligo di:
Identificare le sostanze pericolose
Valutare il livello di esposizione dei lavoratori
Redigere un documento di valutazione
Implementare misure di prevenzione e protezione adeguate
Fasi principali per valutare il rischio chimico
Valutare il rischio chimico non è un’attività generica, ma un processo strutturato e documentato. Ecco le principali fasi che rispondono alla domanda: come si valuta il rischio chimico sul luogo di lavoro?
➤ 1. Identificazione delle sostanze chimiche
Raccogliere le schede di sicurezza (SDS) dei prodotti utilizzati
Verificare etichettature e simboli di pericolo
Mappare le attività lavorative dove si usano sostanze chimiche
➤ 2. Analisi delle condizioni di utilizzo
Frequenza e durata dell’esposizione
Modalità di manipolazione (aperto, chiuso, ventilato)
Presenza di dispositivi di protezione individuale (DPI)
➤ 3. Valutazione dell’esposizione
Misurazione dei livelli di esposizione (se necessario)
Confronto con i valori limite di esposizione professionale (TLV, OEL)
➤ 4. Calcolo del rischio
Utilizzo di metodi semi-quantitativi (es. MoVaRisCh, INRS, COSHH)
Classificazione del rischio (basso, medio, alto)
➤ 5. Redazione del documento di valutazione
Relazione tecnica
Elenco delle sostanze e livelli di rischio
Misure correttive e preventive
Una valutazione ben fatta non è un obbligo formale, ma uno strumento strategico per la sicurezza aziendale.
Strumenti e metodi per la valutazione del rischio chimico
In base alla complessità dell’ambiente di lavoro, è possibile scegliere diversi strumenti per valutare il rischio chimico.
Metodi qualitativi:
Basati su osservazione ed esperienza
Adatti a piccole realtà con uso limitato di sostanze
Metodi semi-quantitativi:
MoVaRisCh (Modello di Valutazione del Rischio Chimico – INAIL)
Metodo INRS (Institut National de Recherche et de Sécurité)
COSHH Essentials (Regno Unito)
Metodi quantitativi:
Richiedono misurazioni strumentali
Utili per ambienti ad alto rischio o grandi impianti industriali
Strumenti digitali utili:
Software dedicati alla gestione del rischio chimico
Banche dati di sostanze pericolose (es. ECHA, ISPRA)
Simulazioni di esposizione
L’utilizzo di metodi certificati consente di ottenere una valutazione più oggettiva e difendibile.
Misure di prevenzione e protezione da adottare
Una volta valutato il rischio, è necessario adottare azioni concrete per eliminare o ridurre l’esposizione dei lavoratori.
Principali misure preventive:
Sostituzione delle sostanze pericolose con alternative meno nocive
Adeguamento degli impianti e miglioramento della ventilazione
Limitazione del numero di lavoratori esposti
Protezione collettiva e individuale:
Installazione di sistemi di aspirazione localizzata
Utilizzo obbligatorio di DPI certificati (guanti, maschere, tute)
Formazione periodica del personale
Controlli e aggiornamenti:
Monitoraggio periodico dell’esposizione
Revisione annuale della valutazione
Coinvolgimento del medico competente e del RSPP
Una protezione efficace nasce sempre da una valutazione accurata e aggiornata.
Conclusioni
Comprendere come si valuta il rischio chimico sul luogo di lavoro è fondamentale per tutelare la salute dei lavoratori e garantire la conformità normativa. La valutazione deve essere precisa, documentata, e integrata in un piano di gestione più ampio della sicurezza aziendale.
Ogni azienda, indipendentemente dal settore, ha l’obbligo morale e giuridico di prevenire esposizioni chimiche pericolose, promuovendo un ambiente lavorativo più sicuro, sano e responsabile.
Domande frequenti (FAQ)
Cosa si intende per rischio chimico?
Il rischio chimico è il pericolo derivante dalla presenza o utilizzo di sostanze chimiche pericolose che possono provocare danni alla salute, come irritazioni, intossicazioni, allergie o malattie professionali. Rientrano in questa categoria anche vapori, fumi, gas e polveri.
Quali strumenti si usano per valutare il rischio chimico?
Per la valutazione si utilizzano:
– Schede di sicurezza (SDS)
– Inventario delle sostanze chimiche presenti
– Classificazione delle sostanze secondo il Regolamento CLP
– Metodi di calcolo del rischio (es. MoVaRisCh, INRS, ecc.)
Questi strumenti aiutano a determinare il livello di esposizione e la pericolosità delle sostanze.
Chi deve effettuare la valutazione del rischio chimico?
La valutazione deve essere effettuata dal datore di lavoro con il supporto del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), eventualmente coadiuvato da un tecnico competente in materia di sicurezza chimica.
Ogni quanto tempo va aggiornata la valutazione del rischio chimico?
La valutazione deve essere aggiornata:
– Periodicamente (di norma ogni 2-3 anni)
– In caso di introduzione di nuove sostanze
– Dopo modifiche ai processi lavorativi
– A seguito di infortuni o incidenti rilevanti